Pakistan: dopo 8 anni di carcere assolto cristiano condannato a morte per blasfemia
Younis Masih, cristiano condannato a morte con false accuse di blasfemia, in carcere
dal 2005, è stato assolto ieri, dall’Alta Corte di Lahore, a conclusione del processo
di appello. Come riferiscono fonti locali dell'agenzia Fides, il tribunale, accogliendo
in toto la richiesta della difesa, ha rovesciato la sentenza del tribunale di primo
grado, annullando la condanna a morte e la multa di 100.000 rupie comminata. Il collegio
giudicante, composto dai giudici Khaja Amtiaz Ahmed e Khalid Mehmood Khan, ha dichiarato
Younis Masih innocente e ha ordinato il suo rilascio immediato. L’appello è stato
presentato a settembre 2012 grazie a un team di avvocati cristiani e grazie al sostegno
dell’Ong Lead (“Legal Evangelical Association Development”). Il processo, nota a Fides
Mushtaq Gill, uno degli avvocati, è stato seguito da molti musulmani, presenti anche
alla lettura della sentenza. “Siamo grati a Dio perchè, dopo tanti anni, la giustizia
ha trionfato per Younis Masih. Siamo fiduciosi possa accadere anche per Asia Bibi”,
dice a Fides l’avvocato Gill. Younis Masih, era stato arrestato con l'accusa di blasfemia
a Lahore il 10 settembre 2005. Allora aveva 27 anni. Dopo l’accusa si era scatenata
un violenza di massa: 400 musulmani armati di bastoni attaccarono e saccheggiarono
il quartiere di Chungi Amer Sidhu, dove viveva la famiglia di Younis. Younis e sua
moglie Meena furono malmenati, oltre 100 famiglie cristiane fuggirono dalla zona per
salvarsi la vita. Younis aveva semplicemente chiesto ad alcuni vicini di casa musulmani
di abbassare il volume della musica che proveniva dalla loro casa. Per questo era
stato falsamente accusato di blasfemia e le moschee della zona avevano invitato i
musulmani ad attaccare e bruciare case cristiane. La polizia, per placare la folla,
registrò una denuncia di blasfemia contro Younis e, in un processo tenutosi in carcere
per motivi di sicurezza, un tribunale di primo grado lo aveva condannato a morte nel
2007. (R.P.)