Voto amministrativo: nessuna conseguenza sul governo
Non ci saranno conseguenza sul Governo dopo il voto amministrativo. Ad assicurarlo
è il ministro delle Riforme Quagliariello, del Pdl, partito uscito sconfitto dalle
urne. E proprio sulle riforme ieri la maggioranza ha confermato l'impegno a fare presto.
Servizio di Giampiero Guadagni:
Una vera e propria
procedura d’urgenza per le riforme costituzionali. Governo e maggioranza spingono
sull’acceleratore contestualmente all’ennesimo appello di Napolitano, che definisce
ineludibile il processo riformatore sulla seconda parte della Carta. Obiettivo è concludere
entro luglio la prima lettura di Camera e Senato per rispettare l’iter che dovrebbe
portare al varo definitivo entro fine 2014. Ma la strada è comunque ancora tutta da
costruire. Dopo un’apertura sul semipresidenzialismo alla francese con doppio turno,
confermata peraltro da un esponente autorevole come Veltroni, il Pd torna a porre
come priorità la modifica della legge elettorale, mentre il Pdl insiste sul nodo della
forma di governo. C’è comunque la comune preoccupazione di riavvicinare i cittadini
alle istituzioni, dopo il record negativo di affluenza alle urne dei ballottaggi alle
amministrative. Un voto che ha registrato un trionfo del centrosinistra, la sconfitta
del centrodestra e il forte ridimensionamento del Movimento 5 Stelle. Nessuno nella
maggioranza mette in dubbio il cammino delle riforme. E per il premier Enrico Letta
il risultato rafforza lo schema delle larghe intese.
E c’è malumore nel Pdl
dopo il risultato delle amministrative, mentre nel Pd ci si interroga su come massimizzare
il risultato. Abbiamo sentito il politologo Piergiorgio Corbetta dell’Istituto
Cattaneo:
R. – Silvio
Berlusconi è fondamentale nel successo elettorale del Centrodestra. Quando viene meno,
viene meno completamente tutta l’area politica. Adesso è una situazione di deserto
totale: è una situazione grave, a mio parere, per una dinamica di alternanza democratica,
che è quella auspicabile.
D. – Grillo ha detto: “Così ha vinto la vecchia politica”.
Ma l’offerta del Movimento 5 Stelle sul territorio, è stata così scarsa?
R.
– Il Movimento 5 Stelle ha un grande leader a livello nazionale, ma non ha alle spalle
nulla. Anche lì, abbiamo un vuoto di quadri intermedi, un vuoto sul territorio, che
evidentemente viene fuori soprattutto nelle elezioni amministrative.
D. – Guardiamo
al Partito democratico: il risultato alle comunali potrà essere davvero un collante
per il partito, a livello nazionale?
R. – In linea di principio, dovrebbe esserlo.
Però, bisogna vedere come si riorganizzeranno e come si aggrumeranno le tensioni
che ci sono all’interno. E un federatore delle differenze e non lo si vede: lo stesso
Renzi è un elemento divisivo, all’interno del partito, in questo momento.