Eccezionale trapianto di midollo al Bambino Gesù di Roma salva due gemellini di
un anno
Un eccezionale trapianto di cellule midollari provenienti da un unico donatore ha
salvato due gemellini omozigoti di un anno, affetti da una rara malattia ereditaria
del sangue che se non curata li avrebbe portati alla morte. La malattia in questione
era la linfoistiocitosi emofagocitica familiare (i due genitori sono portatori sani)
che colpisce circa un bambino su 50mila e frequentemente è scatenata da un’infezione
di natura virale. In genere si manifesta con febbre elevata senza una causa apparente,
irritabilità, malessere, ingrossamento di fegato e milza, anomalie neurologiche, rigidità
del collo, ipo o ipertonia, convulsioni, paralisi dei nervi cranici, citopenia e addirittura
il coma. L’unica via d’uscita è rappresentata dal trapianto, preceduto da chemioterapia
e immunoterapia per stabilizzare la situazione: spesso, però, entro due mesi dall’operazione
ci si trova davanti a una proliferazione incontrollata di cellule macrofagiche, un
tipo particolare di globuli bianchi deputati alla difesa contro patogeni esterni.
L’intervento chirurgico è stato effettuato dall’equipe del prof. Franco Locatelli,
direttore del Dipartimento di Oncoematologia e poche settimane dopo i bambini sono
stati dimessi, considerati guariti in quanto è stato verificato il completo attecchimento
delle cellule del donatore. L’assoluta eccezionalità dell’evento è costituita anche
dal fatto che uno stesso donatore sia stato impiegato per due pazienti e per di più
simultaneamente. Nel mondo, oggi, esistono circa 20 milioni di donatori volontari;
il registro italiano è il quarto più numeroso del mondo, con ben 400mila volontari.
(R.B.)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no.
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