Damasco accetta di collaborare sulle armi chimiche e Obama parla di sviluppo potenzialmente
positivo
La crisi siriana potrebbe essere a una svolta. Il governo di Assad ha accolto infatti
favorevolmente la proposta russa di consegnare il proprio arsenale chimico alla comunità
internazionale. La proposta è stata annunciata dal ministro degli Esteri russo Lavrov
che ieri mattina aveva ricevuto l’omologo siriano. In serata è arrivata la disponibilità
da parte di Damasco. E anche l'Iran questa mattina ha fatto sapere di sostenere la
proposta della Russia. Dell’iniziativa diplomatica russa ci parla da Mosca Giuseppe
D’Amato:
Damasco è pronta
a mettere il proprio arsenale chimico sotto il controllo internazionale. La Russia
si è subito offerta ad entrare nella squadra dei Paesi che verificherà l’intero processo
di consegna. “Per noi le vite dei nostri cittadini e la sicurezza del nostro Paese
– ha detto il ministro degli Esteri siriano alla tivù russa – sono una priorità. Confidiamo
nella saggezza delle autorità di Mosca”. In mattinata Lavrov aveva invitato gli Stati
Uniti a concentrarsi “sulla preparazione non di uno scenario militare, ma di una Conferenza
di Pace”. Non è stata infatti ancora stabilita una data per l’inizio del cosiddetto
“Ginevra 2”, ossia un negoziato aperto proprio a tutte le parti in causa, Iran compreso
come chiede il Cremlino. Una soluzione politica della crisi siriana è ancora possibile,
questo il messaggio proveniente da Mosca.
Dall’Europa arrivano commenti incoraggianti:
la cancelliera tedesca Merkel giudica interessante la proposta russa e la Francia
la definisce accettabile anche se a tre condizioni. Da Washington arriva un prudente
segnale di apertura: “Esamineremo in maniera approfondita la proposta russa”, fa sapere
Obama che però avverte: non accetteremo perdite di tempo. Oggi è atteso il previsto
discorso di Obama alla nazione. Ascoltiamo da Washington il servizio di Francesca
Baronio:
Chi avrebbe
mai creduto che dopo mesi di schermaglie Obama sarebbe uscito dall’angolo proprio
grazie a Putin? Il tutto per un ‘ipotesi che il segretario di Stato Kerry aveva
lanciato senza crederci per ammissione dello stesso Dipartimento di Stato. Ed ecco
che la settimana dedicata all’offensiva mediatica di Obama e al voto del Senato
per l’autorizzazione all’intervento militare in Siria potrebbe trasformarsi in un’inattesa
svolta diplomatica. L’apertura di Obama arriva attraverso una serie d’interviste Tv:
“vogliamo capire se russi e siriani fanno sul serio”, dichiara, ma sottolinea, “senza
la minaccia militare , a questo punto non saremmo mai arrivati.” Per il Presidente,
potrebbe trattarsi di un salvataggio in corner, infatti, l’opinione pubblica e’ sempre
più contraria ad un intervento armato. Per non parlare del Congresso dove, secondo
la CNN, i numeri per far passare la mozione alla House non ci sono. Così il senatore
Reid, leader della maggioranza democratica al Senato, propone di far slittare il voto
di mercoledì. Certo la trattativa con Damasco potrebbe rivelarsi un bluff, ma intanto Obama
prende tempo.