Alitalia: c'è l'intervento delle Poste, ma Confindustria è scettica
Governo soddisfatto per la soluzione trovata per il salvataggio di Alitalia. Per il
ministro dei Trasporti, Lupi, l’esecutivo ha fatto la sua parte e l’intervento di
Poste nel capitale della compagnia non è di natura pubblica. Il servizio di Alessandro
Guarasci:
Un piano complesso,
da 500 milioni di euro, in parte sostenuto da una linea di credito delle banche e
per 300 milioni da un aumento di capitale. Parte fondamentale lo hanno le Poste che
interverranno con 75 milioni di euro. Positivo il ministro dei Trasporti Lupi, che
comunque mette in guardia: se Air France non sottoscriverà l’aumento di capitale bisognerà
trovare un altro partner internazionale. Perplesso invece il presidente di Confindustria
Giorgio Squinzi, sia per la natura dell’intervento di Poste, definito pubblico, sia
perché non è di medio-lungo termine. Una visione condivisa da molti economisti, il
prof. Alberto Quadrio Curzio:
"La visione di Alitalia è ormai ben
nota nei suoi assetti negativi dal 2008: a quel tempo, Prodi e Padoa Schioppa avevano
combinato – quasi conclusivamente – un buon accordo con Air France che avrebbe rilevato
i debiti, investito un miliardo, assicurato i livelli occupazionali. Il governo Berlusconi
ha buttato all’aria questo progetto e quindi bisognerà fare un’operazione concordata
con Air France, operazione di lungo termine, perché altrimenti tra qualche anno ci
ritroveremo con una società indebitata".
Attendista l’amministratore delegato
dell’Eni, Scaroni. Se verranno fornite assicurazioni sufficienti sulla continuità
di Alitalia – dice – "continueremo a rifornirla" di carburanti. L’Eni infatti vanta
crediti per 100 milioni di euro.