Datagate. Padre Lombardi su presunte intercettazioni della Nsa in Vaticano: non ci
risulta e non ci preoccupa
Si complica il caso Datagate dopo le ultime rivelazioni del capo della National Security
Agency secondo cui le informazioni sui cittadini europei erano fornite direttamente
dai Paesi alleati del Vecchio Continente. Intanto il direttore della Sala Stampa Vaticana
padre Lombardi replica su presunte intercettazioni dell’agenzia americana verso il
Papa e la Santa Sede: non ci risulta e non ci preoccupa. Cecilia Seppia:
“Non abbiamo
raccolto noi le informazioni sui cittadini europei ma queste erano fornite direttamente
dai nostri partner in Europa”. E’ il capo della Nsa, Keith Alexander, a rimescolare
nuovamente le carte nello scandalo del Datagate. Sotto la lente in particolare Roma,
Stoccolma e Parigi e dalle pagine del quotidiano Le Monde sembrerebbe arrivare anche
una conferma su un accordo di condivisione dati con l’agenzia americana fin dal 2011.
Da un responsabile dello spionaggio statunitense giunge poi un’accusa più pesante
secondo cui anche gli alleati europei spierebbero sistematicamente i servizi dell’intelligence
americana. In pratica controspionaggio o come ha detto il ministro degli esteri russo
Lavrov: “tutti sapevano tutto o quanto meno potevano indovinarlo”. Intanto dopo le
rivelazioni di Panorama secondo cui la Nsa avrebbe anche ascoltato le conversazioni
in entrata e in uscita dal Vaticano, comprese quelle dell’allora cardinale Bergoglio,
tre il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013, arriva invece la replica del direttore
della Sala Stampa Vaticana Padre Lombardi che ribadisce “non ci risulta nulla e in
ogni caso non abbiamo alcuna preoccupazione in merito”. Infine tenta di placare gli
animi il presidente Usa Obama che assicura: le Nazioni Unite non saranno intercettate
ne ora ne mai.