La mostra "100 presepi". Mons. Celli: le famiglie abbiano il presepe al loro centro
Entrare nella cultura del presepe secondo le diverse tradizioni del mondo: è l’intento
della tradizionale esposizione internazionale “100 presepi” inaugurata ieri a Roma
e che rimarrà aperta fino al 6 gennaio nelle Sale del Bramante di Piazza del Popolo.
Alla presentazione di ieri mattina c’era per noi Debora Donnini:
Presepi di ogni
grandezza, realizzati con cioccolata e biscotti, piuttosto che con merletti e lino
o filo di rame. Si va dai più classici come quello del ‘700 napoletano, con personaggi
di terracotta, occhi di vetro e mani e piedi in legno, ai più particolari in plexiglas
o costruiti con vari tipi di pasta alimentare. I 183 presepi esposti nella mostra
organizzata dalla Rivista delle Nazioni provengono, infatti, da 12 regioni italiane
e da 30 Paesi del mondo. Ci sono quelli con personaggi in creta e i colorati abiti
tradizionali del Guatemala e quelli portati dall’Associazione “Natale nel mondo” che
propone, tra gli altri, il presepe proveniente dal Canada, in cui Giuseppe e Maria
indossano gli abiti degli indiani d’America, oppure quello dell’Alaska con i vestiti
degli eschimesi e le statuine realizzate in terracotta decorata. Il presidente dell’Associazione
“Natale nel mondo”, Giuseppe d’Orsi:
R. - Vedere questi presepi è come
fare un piccolo giro del mondo attraverso l’immagine della Natività. Ci sono delle
particolarità, come ad esempio il presepe del Portogallo, tutto in terracotta, fatto
a mano, dove si vede proprio il barocco portoghese, il colore predominante che è l’azzurro.
Anche quello della Polonia, molto semplice e particolare, che sembra molto ricco,
ma che in realtà è costruito interamente con carta stagnola piena di colori.
D.
– Tra l’altro la grotta sembra l’entrata di un castello…
R. – Sì, infatti.
Poi una cosa particolare è che nella sommità c’è sempre la bandiera della Polonia.
D. – Poi, c’è anche quello della Germania, tutto in legno…
R. – Questo
viene dalla Foresta Nera, dalla zona di Monaco. In questo presepe è anche presente
un’elica: ma perché c’è quell’elica? Perché praticamente le quattro candele alla base,
quando vengono accese, riscaldano l’aria. La costruzione esterna è formata da piccoli
personaggi posti su un piedistallo, a vari piani, e questo piedistallo ha un movimento
rotatorio proprio grazie al calore che le candele mandano all’elica in alto.
Per
accrescere l’amore per il presepe, c’è anche un laboratorio organizzato in collaborazione
con l’Accademia di Belle Arti di Roma, “Il Presepe Gioco”, nel quale i bambini su
prenotazione potranno costruire un personaggio del presepio e poi portarlo a casa.
Sull’importanza del fare il presepe per i bambini, il pensiero del presidente del
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, l'arcivescovo. Claudio Maria
Celli:
“Mi ricorda la mia vita di bambino. Per noi, era un’allegria
grande fare il presepe… Diventava un momento in cui tutta la famiglia veniva coinvolta:
mio padre, mia madre e noi figli che cercavamo di vivere questo momento. Vorrei rivolgere
un invito grande alle famiglie a riavere il presepio al loro centro, come punto di
riferimento. Ma dico pure: non per atteggiamenti sentimentali o emotivi, ma proprio
per riassaporare il mistero dell’amore di Dio nella nostra vita”.
Ad aprire
la presentazione stamani anche una rappresentazione del "presepe vivente" realizzata
dai bambini della scuola dell’Infanzia “Antonio Maria Giannelli” di Roma. Ancora sull’importanza
di questa mostra mons Celli:
“Il presepe ci ricorda continuamente una cosa
particolare: l’amore come sua proprietà ha quella di abbassarsi al livello di chi
è amato. Il Mistero dell’Incarnazione ci svela la grandezza e il mistero enorme di
quest’amore di Dio per l’uomo. Allora, guardare il presepe credo che aiuti tutti noi
a ricordare quanto siamo amati da Dio. Credo che la bellezza della mostra sia proprio
questa: l’uomo esprime il Mistero con le dimensioni della propria cultura”.