Centrafrica. Don Mathieu: "Perdono gli assassini di mio fratello"
La guerra in Centrafrica sta seminando morte e distruzione. Dopo la presa del potere
da parte delle milizie islamiste "Seleka", il Paese è piombato in un vortice di violenza
e insicurezza. Solo da giovedì scorso, 5 dicembre, gli attacchi sferrati dai ribelli
nella capitale Bangui, hanno causato oltre 400 morti. Ora, per la popolazione civile,
c'è la speranza dell'intervento francese dopo il via libera dell'Onu. Ma in mezzo
a tanta violenza e tanto odio, c'è una storia di perdono. Tra le vittime della furia
dei ribelli, c’è anche il fratello di un sacerdote centrafricano, don Mathieu Bondobo,
che attualmente opera nella parrocchia romana di San Timoteo. Ai nostri microfoni
ha voluto inviare al suo Paese un messaggio di riconciliazione. Ascoltiamo la sua
testimonianza. L’intervista è di Sergio Centofanti:
R. – La giornata
di giovedì è stata una giornata drammatica, non solo per la mia famiglia ma per tutto
il Centrafrica, in particolare per la capitale, Bangui. Sin dalle prime ore della
mattinata c’è stato un combattimento veramente violento intorno alla capitale e questo
combattimento ha prodotto una vera carneficina. E’ una tragedia umana, perché tantissime
persone hanno trovato la morte, e tra queste persone c’è mio fratello e noi portiamo
ancora questo dolore nel cuore.
D. – Proprio giovedì, l’Onu dava il via libera
all’intervento delle truppe francesi in Centrafrica …
R. – Il popolo del Centrafrica
stava aspettando questo intervento da molto, molto tempo: dal colpo di Stato avvenuto
il 24 marzo scorso, abbiamo levato il nostro grido per dire al mondo intero ciò che
stava accadendo in Centrafrica. Questa Risoluzione dell’Onu è una via molto importante
per arrivare alla pace nel Paese, perché dalla situazione che è venuta a crearsi in
seguito al colpo di Stato sono originate gravi crisi umanitarie: tantissime persone
hanno trovato la morte. L’Unione Africana con le sue truppe non è riuscita a portare
la pace. Mancava, dunque, una forza internazionale da parte dell’Onu per riuscire
a portare sotto controllo il Paese escludendo, magari, tutti i mercenari che hanno
guadagnato potere nel Paese, che qui fanno quello che vogliono … Per questo, la Risoluzione
dell’Onu che dà il via libera alla Francia per intervenire militarmente è un grande
aiuto.
D. – Il Centrafrica si è sentito un po’ dimenticato dalla comunità internazionale?
R.
– All’inizio sì. Ma il fatto che l’Onu abbia preso questa decisione significa che
adesso il Centrafrica è sul tavolo dell’Onu; da questo momento in poi l’Onu, oltre
a rimanere a livello dei discorsi, con questa Risoluzione ha dimostrato che può anche
prendere decisioni. L’augurio è che quando ci sono queste gravi crisi umanitarie non
si aspetti troppo perché, mentre si aspetta, sul terreno gli innocenti, la povera
gente, i poveri civili muoiono come animali e questo veramente ci fa male. Abbiamo
avuto, adesso, una dimostrazione di coraggio da parte dell’Onu, che si è resa conto
della difficoltà e che ha deciso di dare il via libera all’intervento della Francia.
D.
– Tanti morti, tante violenze, anche il pericolo di vendette … Tu hai avuto un fratello
ucciso: è possibile perdonare? E’ possibile la riconciliazione, in mezzo a tanta violenza?
R.
– Umanamente è una cosa molto difficile, se rimaniamo nell’ambito umano, nell’ambito
anche razionale; però, allo stesso momento, io che vi sto parlando sono sacerdote
e quindi cerco di vedere le vicende a livello spirituale, a livello della fede. In
questo senso, io credo che il tempo liturgico dell’Avvento che stiamo vivendo aiuti
molto noi cristiani: siamo in attesa della venuta di Nostro Signore, sappiamo che
questa venuta ha varie dimensioni. C’è la venuta storica, che ricordiamo a Natale,
c’è la venuta escatologica, ma c’è anche la venuta continua, permanente del Signore
nella nostra vita. Il nome di “Emmanuele” dice questo: “Dio è con noi”, per dire che
il cristiano in ogni momento della sua vita testimonia la sua fede, e questa fede
è una Persona che si chiama Gesù Cristo. E’ lui la nostra pace. E quindi, in nome
di questa fede, io perdono. Perdono coloro che hanno ucciso mio fratello e allo stesso
momento prego per loro, per la loro conversione, che si convertano, che cessino di
fare del male. Prima del giudizio di Dio …