500 morti in Sud Sudan: scontri tra fazioni militari, dopo il tentato golpe
500 cadaveri sono stati trasportati all'ospedale di Juba, capitale del Sud Sudan,
in seguito ai duri combattimenti tra fazioni militari rivali della guardia repubblicana.
Lo rende noto un funzionario dell'Onu, sottolineando che altre 800 persone sono rimaste
ferite. Il Sud Sudan è uno Stato indipendente da circa due anni e mezzo, dopo il referendum
per il distacco da Khartoum. Il servizio di Giulio Albanese:
Il bilancio
del fallito golpe è di un centinaio di morti, almeno 400 feriti, mentre sono 10.000
i civili rifugiati in due basi Onu. La rappresentante delle Nazioni Unite nel Paese,
Hilde Johnson, ha lanciato un appello a tutti i cittadini e alle forze in campo a
evitare le violenze etniche. Dietro il tentativo di golpe ci sarebbe l’ex vicepresidente
Riek Machar, appartenente al gruppo etnico nuer, licenziato a luglio dal presidente
Salva Kiir di etnia denka. Sta di fatto che a spararsi addosso, con armi pesanti e
leggere, sono state fazioni militari rivali della guardia repubblicana che hanno generato
il panico tra i civili. Il governo di Washington è molto preoccupato e teme che la
situazione possa sfuggire a qualsiasi controllo. Ha dunque ordinato la sospensione
di tutte le normali attività dell’ambasciata in Sud Sudan, evacuando il personale
statunitense non essenziale. È sceso in campo anche il segretario generale dell’Onu,
Ban Ki-moon, "profondamente preoccupato", che chiede al governo di Juba di garantire
"la sicurezza di tutti i civili, indipendentemente dalla comunità a cui appartengono".