Sud Sudan: ancora scontri, la comunità internazionale fa appello alla trattativa
Non si fermano i combattimenti in Sud Sudan dopo oltre due settimane di conflitto:
il governo del presidente Kiir teme un’avanzata dei ribelli sulla capitale Juba, mentre
cresce la pressione internazionale per il buon esito dei negoziati in corso ad Addis
Abeba. Davide Maggiore:
L’intenzione
dei ribelli è di marciare sulla capitale, ha spiegato il portavoce dell’esercito di
Juba, sostenendo che gli insorti stiano reclutando combattenti tra la popolazione
civile in vista del’avanzata. Le truppe regolari, invece, hanno lanciato un’offensiva
su Bor, capoluogo del Jonglei in mano agli anti-governativi. Avviare i colloqui di
pace e proteggere i civili è stato l’appello di Catherine Ashton, alta rappresentante
dell’Unione Europea. E destano preoccupazione anche le condizioni umanitarie. Ascoltiamo
il dottor Paolo Setti-Carraro, di ‘Medici con l’Africa – Cuamm’, che opera
nell’ospedale della città di Lui:
“Io sono l’unico chirurgo dell’ospedale,
ho due tecnici di anestesia che mi assistono e poi c’è il personale infermieristico,
sia nazionale sia internazionale. Quindi, la situazione è quella di dover far fronte
a queste emergenze con uno staff in numero limitato. Quest’ospedale è un ospedale
che serve tre contee, quindi circa 150 mila abitanti, ed è l’unico ospedale di queste
tre contee. Ci sono scaramucce un po’ in tutto il Paese,tutti i campi
dell'Onu accolgono sfollati e, al momento, sono circa 110 mila gli sfollati sotto
la protezione delle Nazioni Unite”.