In vista di “Ginevra 2”, la Conferenza di pace sulla Siria al via ieri a Montreux,
in Svizzera, il patriarca di Mosca Kirill ha indirizzato un messaggio per chiedere
ai partecipanti di compiere “tutti gli sforzi possibili per porre immediatamente fine
alle ostilità senza condizioni” e permettere così l’inizio del dialogo tra tutte le
parti in conflitto. “Siamo convinti che la Siria debba rimanere uno Stato in cui i
diritti e la dignità delle persone di ogni nazionalità, gruppo etnico e religioso
siano rispettati”, si legge nel messaggio che sottolinea come “la sicurezza e la libertà
religiosa dei cristiani, che vivono in Medio Oriente da oltre 2000 anni e che sono
parte integrante della società siriana, debba essere assicurata” insieme a quelle
di tutti gli altri cittadini del Paese. Secondo il capo della Chiesa ortodossa russa,
il primo passo urgente da compiere è la liberazione di tutti gli ostaggi, compresi
i due metropoliti ortodossi Boulos al-Yazigi e Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, rapiti
nell’aprile del 2013, e cinque religiose del convento greco-ortodosso di Santa Tecla
a Maalula. Mentre la Chiesa ortodossa russa continua a pregare e ad assistere la martoriata
popolazione siriana, essa chiede la mobilitazione di tutta comunità internazionale
per portare aiuti umanitari urgenti alle vittime del conflitto. Il patriarca Kirill
si rivolge quindi a tutte le persone di buona volontà perché fermino l’escalation
della violenza e la mano dei gruppi terroristi presenti nel Paese. Infine, il pressante
appello a chi “si è macchiato del sangue dei civili” a tornare alla ragione e a cessare
immediatamente le efferatezze. (A cura di Lisa Zengarini)