2014-01-25 16:01:23

Guerra in Iraq, non si ferma la fuga dei civili


Continuano gli scontri in Iraq tra le forze governative e i miliziani qaedisti. In seguito a queste violenze stanno aumentando sempre di più i civili che lasciano le proprie case: sono circa 140.000 i nuovi sfollati. In tutto il Paese sono oltre un milione e 300 mila. E le risorse per gli aiuti sono sempre più esigue. Sulla gravità della situazione, Maura Pellegrini Rhao ha intervistato don Renato Sacco, coordinatore del Pax Christi, il movimento cattolico internazionale per la pace:RealAudioMP3

R. – Le persone uccise negli ultimi mesi del 2013 erano ai livelli del 2008. E il 2007 e il 2008 sono stati gli anni peggiori, dopo la guerra!

D. – In seguito ai continui aggiornamenti sull’aumento del numero dei morti e degli sfollati in Iraq, che cosa possiamo dire?

R. – Le notizie che arrivano dall’Iraq, da una parte, ci scuotono nel profondo della coscienza e ci chiedono di non dimenticare. Ci dobbiamo rendere conto che, forse, in questi ultimi anni, l’Iraq è stato dimenticato! Dimenticati i morti; dimenticate le fatiche; dimenticati i profughi; dimenticati anche i sogni di speranza di chi sta lavorando, come la Chiesa caldea, per il ritorno di chi era fuggito. Queste notizie ci chiedono una solidarietà immediata e ci chiedono, però, anche di ricordare il monito di Giovanni Paolo II: “La guerra è un’avventura senza ritorno!”. 23 anni, di questi giorni, iniziava la prima Guerra del Golfo: questi sono i risultati della guerra! Io credo – e lo crede anche tutto il movimento di Pax Christi che rappresento – che il nostro impegno deve essere forte contro la guerra, perché la guerra provoca quello che stiamo vedendo in questi giorni. Quindi mai più la guerra, avventura senza ritorno in Iraq e in altri posti! Si apre un cammino faticoso, ma è l’unico che dobbiamo percorrere.







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