Usa. Soddisfazione dei vescovi per la sentenza che sospende la riforma sanitaria per
gli enti religiosi
I vescovi degli Stati Uniti accolgono con favore la decisione della Corte suprema
di confermare per gli enti religiosi il blocco temporaneo dell’entrata in vigore del
cosiddetto Obamacare, la discussa norma che rende obbligatoria per tutti i datori
di lavoro la sottoscrizione di piani assicurativi sanitari che prevedono anche il
rimborso di servizi abortivi e contraccettivi. Il presidente dell’episcopato, l’arcivescovo
di Louisville, Joseph Edward Kurtz, in una dichiarazione pubblicata anche sul sito
in rete della Conferenza episcopale, sostiene che «i vescovi degli Stati Uniti danno
il benvenuto alla protezione che la Corte dà a ministri come le Little Sisters il
cui fondamentale lavoro è il cuore di ciò che significa essere cattolico». Il riferimento
– riferisce L’Osservatore Romano - è alla congregazione delle Little Sisters of the
Poor di Denver che hanno intentato ricorso contro l’entrata in vigore del provvedimento
statale. La Corte suprema, che già il 31 dicembre scorso si era pronunciata per una
prima sospensione, ha pertanto deciso che non è possibile imporre la copertura assicurativa
in attesa del pronunciamento della Corte d’appello federale. Il massimo organo giudiziario
statunitense, come chiarisce anche il sito dell’episcopato, ha infatti stabilito che
i gruppi che si oppongono al provvedimento — organizzazioni no-profit o di natura
religiosa — devono motivare per iscritto la loro posizione al Dipartimento di salute
e servizi umani. E, fintanto che l’iter giudiziario sarà in corso, tali gruppi saranno
esentati dall’applicazione dell’ “Obamacare”. Sono infatti una novantina, in tutto
il Paese, le cause portate davanti alle Corti federali da parte di singoli e aziende
a gestione religiosa che contestano le linee guida diffuse dal Dipartimento di salute
e servizi umani. Una prima vittoria, come accennato, si era avuta già lo scorso 31
dicembre, quando, proprio su ricorso delle Little Sisters of the Poor, la Corte suprema
aveva sospeso l’entrata in vigore della normativa contestata. Contro quel provvedimento
il Dipartimento di giustizia americano aveva a sua volta presentato un ricorso, aprendo
di fatto un conflitto istituzionale. Per i legali del Governo statunitense, infatti,
il discusso provvedimento già contiene alcune clausole che vengono incontro alle esigenze
dei gruppi che hanno fatto ricorso, mentre sul principio generale di fornitura di
copertura assicurativa da parte dell’Amministrazione non c’è alcuna intenzione di
compiere passi indietro. In precedenza, l’arcivescovo Kurtz, con una lettera, aveva
chiesto al presidente Barack Obama di esentare le istituzioni religiose dalle pesanti
sanzioni — cento dollari al giorno per dipendente — previste dal Dipartimento di salute
e servizi umani per quanti non prevedono per i dipendenti le coperture assicurative
obbligatorie. Il presule aveva chiesto di prendere in considerazione le decisioni
di numerosi tribunali che già hanno accettato alcuni ricorsi presentati da istituzioni
a carattere religioso. Ma, dopo due giorni di riflessione, il Dipartimento di giustizia
ha deciso di presentare un documento che si oppone con forza alla decisione di sospensiva
della Corte suprema, che però ha poi deciso per un nuovo stop.