2014-03-06 08:29:14

Patriarcato ecumenico: incontro dei Primati ortodossi. Presente anche Mosca


Da mercoledì e fino al 9 marzo a Istanbul, sono riuniti i Primati delle Chiese ortodosse, convocati dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo per programmare insieme lo svolgimento di un Grande Concilio panortodosso. L’evento è di particolare importanza perché in un futuro “Grande Concilio” i patriarchi ortodossi dovranno stabilire alcune questioni chiave come la proclamazione di una chiesa autocefala (indipendente) e concordare l’ordine di primato tra le varie Chiese ortodosse. Dovranno stabilire anche il modo in cui saranno prese le decisioni, con un largo consenso o diversamente.

Nella sede del Patriarcato ecumenico a Istanbul - riferisce l'agenzia Sir - da martedì sono in corso i lavori del gruppo preparatorio dell’incontro dei primati ortodossi che sta stabilendo l’agenda dell’evento sotto la presidenza del metropolita di Pergamo Ioannis Zizioulas e con la partecipazione di rappresentanti da 15 Chiese ortodosse da tutto il mondo. Molto importante è la partecipazione ai lavori del patriarcato di Mosca che è giunta al Fanar con una delegazione guidata dal metropolita Hilarion, capo del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato. Nella giornata di ieri sono stati trattati diversi argomenti tra i quali il dialogo ecumenico con la Chiesa cattolica, la situazione dei cristiani nel Medio Oriente, la povertà nel mondo e altre questioni riguardanti la procedura sulla convocazione del prossimo grande concilio della Chiesa ortodossa.

“Questo Concilio si sta preparando ormai da 50 anni e molti di noi si chiedono quanto potrebbe durare ancora questo processo”, ha detto nel suo intervento il metropolita Hilarion. E ha aggiunto: “Dobbiamo abbreviare i tempi per la preparazione e creare un meccanismo che stabilisce il giorno e le regole per il Concilio e definisce chi parteciperà e come saranno presentate le diverse Chiese. Un’altra questione importante è chi prenderà le decisioni e in che modo”. Secondo il rappresentante del patriarcato di Mosca il tema numero uno al cuore del mondo ortodosso riguarda i cristiani in Medio Oriente alle prese con una situazione che sta seriamente minacciando la loro sopravvivenza e la presenza del cristianesimo nella regione. Dopo la primavere araba e lo sconvolgimento dei regimi, “è cominciato il caos”, ha detto Hilarion. E con il disordine, hanno preso il sopravvento le “forze estremiste” e gli attacchi contro i cristiani, con rapimenti di sacerdoti, vescovi, suore e distruzione di chiese.

“Tutta questa tragedia - ha detto Hilarion - si sta svolgendo sotto i nostri occhi. È spesso passata sotto silenzio dai media. E noi, in quanto rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, dobbiamo fare tutto il possibile per attirare l’attenzione della comunità mondiale su questa situazione, affermare la nostra solidarietà con i nostri fratelli e sorelle perseguitati affinché il genocidio dei cristiani in Medio Oriente si fermi e coloro che sono stati rapiti tornino in libertà e coloro che invece hanno dovuto abbandonare le proprie case possano ritornarci”. Una solidarietà speciale è stata espressa dal patriarcato di Mosca verso la Chiesa di Antiochia chiedendo la liberazione dei due vescovi rapiti lo scorso anno che “tutti noi conosciamo molto bene e per i quali preghiamo”.

Alla vigilia dell'incontro, il patriarca ecumenico Bartolomeo I si è espresso con un no deciso contro la riapertura a moschea della basilica di Santa Sofia di Costantinopoli. Anzi egli ha detto che se essa "va restituita al culto, questo non potrà essere che quello cristiano". (R.P.)

Ultimo aggiornamento: 7 marzo







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