La Crimea si proclama indipendente e chiede formale annessione alla Russia mentre
Usa e Ue chiedono l'accesso a osservatori internazionali
In Crimea il parlamento ha proclamato l’indipendenza da Kiev, dopo il referendum che
ha registrato ieri oltre 95,6% di consensi alla scelta di annessione alla Russia.
La comunità internazionale ha definito il referendum illegale. Da parte ucraina, il
presidente ad interim Turcinov ha firmato la “mobilitazione parziale” del Paese per
la crisi in Crimea, dopo aver parlato di farsa del referendum. Il ministro della Difesa
ha assicurato che le truppe ucraine resteranno in Crimea. Il servizio di Fausta
Speranza
La Repubblica
di Crimea come Stato sovrano indipendente, la città di Sebastopoli a statuto particolare.
Il Parlamento in Crimea non perde tempo: formalizza anche la richiesta a Mosca di
essere nuovo soggetto della Federazione Russa con lo status di Repubblica. Non solo,
in queste prime ore dopo il pronunciamento referendario, vota anche la nazionalizzazione
delle proprietà statali ucraine situate in Crimea. E poi l'autoproclamata Repubblica
di Crimea si rivolge “all'Onu e a tutti i Paesi del mondo per il riconoscimento ufficiale.
A dire il vero per il momento dalla comunità internazionale arriva la condanna per
un referendum definito illegittimo e illegale. Stati Uniti e Unione Europea annunciano
possibili sanzioni, in particolare a Bruxelles ne parlano oggi i ministri degli Esteri
Ue. Nell’immediato chiedono a Mosca “il dispiegamento di osservatori internazionali
al fine di prevenire atti di violenza da qualunque gruppo”. A questo proposito preoccupa
la dichiarazione da kiev del leader del partito nazionalista 'Svoboda': la Crimea
è territorio nostro e lo difenderemo. Guardando alla Russia, domani il presidente
Putin riferirà in Parlamento.
Ma come si stanno vivendo queste ore nella
penisola dl Mar Nero. Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Giuseppe D’Amato,
raggiunto telefonicamente nella città di Sebastopoli:
R. - Fuori
c’è una grande festa, ma c’è da capirlo perché Sebastopoli è una città militare abitata
principalmente da russi, però diciamo che c’è tensione soprattutto nella regione tartara
di Bakhtchissaraï; lì i tartari non hanno assolutamente votato. Si parla di manipolazioni
del voto. Probabilmente qualcosa c’è stato, ma certo l’indicazione da parte della
popolazione è molto chiara.
D. - Quali, secondo quello che si dice, le motivazioni
di un risultato così plebiscitario?
R. - Ci sono state grandi promesse da parte
dei russi. Ricordiamo che l’Ucraina è un Paese con grosse difficoltà finanziarie già
da parecchio tempo. Ovunque c’erano manifesti in cui vi erano promesse di un futuro
migliore, però bisogna vedere se queste promesse verranno mantenute.