Ucraina: approvato piano anti-crisi. Risoluzione Onu: rispettare sovranità del Paese
E’ stato approvato dal parlamento ucraino, con 246 sì, il piano del governo per scongiurare
la catastrofe finanziaria. Il pacchetto messo a punto da Kiev prevede l’aumento di
tasse e bollette del gas del 50%, il congelamento del salario minimo e del livello
minimo di sussistenza, e la riduzione del 10% dei dipendenti pubblici. Il sacrificio
si rende necessario, ha spiegato il premier Jatseniuk, in quanto il Paese rischierebbe
altrimenti la bancarotta e la contrazione del Pil del 10%. Il Fondo monetario internazionale
(Fmi) ha già pronto intanto un piano di aiuti compreso tra i 14 e i 18 miliardi di
dollari in due anni. Contemporaneamente, anche l’Europa e gli Stati Uniti stanno
preparando delle linee di credito verso Kiev per altri 10 miliardi e la stessa Commissione
Europea sta lavorando per invertire il flusso del gas dall’est Europa verso l’Ucraina.
L’ha detto oggi un portavoce dell’esecutivo europeo, precisando come tale misura sia
dovuta proprio al fatto che “dal primo aprile i prezzi del gas nel paese cresceranno.”
Sull’attuale questione del referendum in Crimea e della sua successiva annessione
alla Russia, si è espressa ieri l’Assemblea generale dell’Onu che ha approvato una
risoluzione proposta dal governo ucraino con 100 voti a favore, 11 contro e 58 astenuti
tra cui la Cina. Il testo approvato che non ha alcun carattere vincolante, come tutti
i documenti approvati dall’Assemblea generale, non cita direttamente la Russia ma
afferma “l’impegno al rispetto della sovranità, unità e integrità territoriale dell’Ucraina,
all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti.” Mosca ha definito come
“controproducente” la risoluzione adottata. In una nota pubblicata oggi sul sito del
Ministero degli esteri russi si legge che tale iniziativa “non fa altro che complicare
la soluzione della crisi politica in Ucraina.” Intanto, una fonte americana ha riferito
al Wall Street Journal la presenza di “quasi 50 mila” soldati russi schierati lungo
il confine con l’Ucraina. Sempre secondo le fonti, gli attuali movimenti delle truppe
russe e il tentativo di tenerle nascoste potrebbero lasciar pensare che ci sia dietro
una strategia del presidente, Vladimir Putin, riguardante il posizionamento di forze
armate in caso decida di allargare l’annessione territoriale alla Russia ad altre
regioni ucraine. Su tale situazione al confine si è espresso oggi anche il presidente
americano, Barack Obama, che nel corso di un’intervista a CBS Today ha chiesto alla
Russia di ritirare le sue truppe e di avviare i negoziati di pace. Mosca nega di avere
truppe ammassate al confine con l'Ucraina. "Niente del genere", ha riferito il portavoce
del Ministero degli esteri, Aleksandr Lukasehvich. (A.C.)