2014-06-05 17:24:00

L'agricoltore che parlerà al Papa in visita nel Molise


"Vorrei parlare a nome degli agricoltori delle aree più marginali d’Italia che producono eccellenze, spesso poco valorizzate". Gabriele Maglieri, 28 anni, è un giovane agricoltore di Riccia (CB). Si è laureato in Agraria in Molise e ha deciso di proseguire il lavoro nei campi già intrapreso dalla famiglia cento anni fa, mettendo a servizio dell'impresa propria e delle altre nella regione le conoscenze acquisite attraverso gli studi sulla terra. Sarà lui - che produce grano, latte e carne per una distribuzione locale - ad offrire una testimonianza a Papa Francesco, in occasione della visita nelle diocesi di Campobasso e Isernia il prossimo 5 luglio. Qualche anticipazione oggi, Giornata Mondiale per l'Ambiente. 

"La burocrazia purtroppo ha un peso eccessivo in questo settore e scoraggia i giovani", riprende Maglieri. "Ti dovrebbe tutelare ma va a finire che proprio nei periodi più delicati e faticosi per noi, dobbiamo seguire personalmente degli adempimenti che richiedono tempo e presenza ma non ce lo possiamo permettere. E allora i più deboli ci rimettono e non riescono ad usufruire delle convenzioni. I prezzi sono troppo bassi e manca la valorizzazione dei prodotti di punta".

Gabriele ci parla di un nuovo sistema di semina 'su sodo', che va ad eliminare le operazioni di preparazione tradizionale del terreno con una serie di vantaggi. "Si agisce con una macchina che fa solo una minima operazione sui campi - spiega - determinando le condizioni ottimali per la crescita delle colture. In questo modo si riducono notevolmente gli sforzi fisici e l’inquinamento ambientale. Meno emissioni di anidride carbonica derivante dall’impiego di strumenti per l'aratura e meno depauperamento del terreno stesso, che preserva una gran quantità di sostanza organica. Si previene così anche il dissesto idrogeologico". Da circa un decennio nel Sannio beneventano viene usata questa tecnica importata dall’Argentina dove si pratica già da quarant’anni. Tra molti agricoltori pare ci siano invece ancora molti scetticismi. "Noi facciamo dei campi prova, attraverso l’opera di alcuni volontari. E’ vero che è una tecnica molto delicata - precisa - e bisogna avere le giuste competenze professionali per attuarla, ma è necessario e urgente implementarla se vogliamo raggiungere una reale efficienza nel nostro lavoro".

 








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