“La distinzione tra l’uomo e la donna non è un optional, ma una ‘vocazione’ a entrare in complementarietà nel gioco ineffabile della vita come Dio l’ha pensata, cioè ‘a sua immagine e somiglianza’”. Lo ha detto oggi mons. Ernesto Vecchi, vescovo ausiliare emerito di Bologna e già amministratore apostolico della diocesi Terni-Narni-Amelia, nel pontificale per la festa di san Valentino, alla presenza del vescovo Giuseppe Piemontese. Lo riferisce l'agenzia Sir.
Media portano uomo e donna a perdere coscienza
della verità originaria
Oggi, ha detto Vecchi, “c’è chi rema contro. In occidente, la macchina del consenso
mediatico e culturale funziona a pieno regime, e porta gradualmente l’uomo e la donna
a perdere la coscienza della verità originaria, inscritta nella loro mascolinità e
femminilità. Avanza così un deserto, dove tutto è uguale e indifferente; dove le sorgenti
della vita si estinguono”. Ora “non si tratta
di mortificare lo sviluppo delle potenzialità umane, ma di dare loro un’‘anima’, una
‘forma’, che le renda capaci di crescere nell’alveo dell’etica della responsabilità.
Occorre, dunque, un’autocritica dell’età moderna, per riscoprire le nostre radici
e recuperare quella verità che ci fa liberi e capaci di viverla nell’amore”. San Valentino,
ha concluso mons. Vecchi, “può e vuole aiutarci, plasmando in questa terra ‘gente
di pasta buona’. Ma tutti dobbiamo riascoltare il suo insegnamento e imitare il suo
esempio”. (R.P.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |