Era il 7 gennaio 2014 quando un attentato contro la sede del giornale satirico “Charlie Hebdo” faceva precipitare Parigi nel terrore. A quasi un anno di distanza dal quel tragico evento, la Chiesa francese si prepara a commemorarne le vittime. In particolare, il Servizio episcopale nazionale per le relazioni con l’Islam cambia nome in “Servizio episcopale nazionale per le relazioni con i musulmani”. La differenza non è da poco: come spiega in una nota padre Vincent Feroldi, direttore dell’organismo, “si tratta, da una parte, di prendere in considerazione la diversità che c’è tra i differenti componenti dell’Islam”, perché “non si può ridurre a una cosa sola tutta la religione e la comunità musulmana”.
Promuovere incontro, conoscenza e dialogo tra cristiani e musulmani
Dall’altra parte, “è essenziale mettere al centro
delle relazioni le persone, gli uomini e le donne testimoni di una fede e di una ricerca
spirituale”. Di qui, il richiamo a “la promozione dell’incontro, della conoscenza
e del dialogo reciproco tra cattolici e musulmani”. “L’anno 2015 – spiega ancora padre
Feroldi – in Francia è stato caratterizzato da un filo rosso, il colore del sangue
provocato da attentati, aggressioni e crimini che hanno lasciato un segno profondo”.
Di fronte a tale scenario, si deve forse “cedere alla paura e fermare il dialogo con
il mondo musulmano?”, chiede il sacerdote francese. La risposta, naturalmente, è “no”,
perché “tale atteggiamento non sarebbe evangelico”.
Formare alla verità e cercare la pace per ridare speranza
Al contrario, è proprio questo il momento di “reintrodurre
il dibattito, l’analisi e la riflessione, in un tempo in cui dobbiamo effettivamente
cambiare i nostri paradigmi”. Per questo, sottolinea padre Feroldi, è necessario che
“il dialogo e l’incontro siano al centro delle nostre comunità”, “formando lo spirito
alla verità” e “ricercando la pace”. Bisogna agire, dunque, insiste padre Feroldi:
agire “per il dialogo e l’incontro, per tracciare cammini di speranza, ridare un senso
alla vita sociale e prendersi cura gli uni degli altri”.
Religiosi e laici impegnati nel dialogo interreligioso
Per il 2016, inoltre, il Servizio episcopale nazionale
per le relazioni con i musulmani ha coprodotto, insieme a "Kto" e "Hurricane Production",
un documentario intitolato “Il dialogo nelle azioni”: si tratta di un film di 52 minuti
che mostra il lavoro concreto portato avanti da sacerdoti, laici ed associazioni francesi
in favore una conoscenza reciproca tra cristiani e musulmani. (I.P.)
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