2016-11-28 13:58:00

Liguria, maltempo: tregua dalla pioggia ma si iniziano a contare i danni


In quattro giorni le pioggie di sei mesi: questa la tragica situazione in Liguria dopo il maltempo che ha imperversato nei giorni scorsi. A Genova sono stati sgomberati due palazzi a causa del crollo di un muro di contenimento della collina di Quezzi. Non piove più ormai ma numerosi sono stati gli interventi, nelle ultime ore, per il ripristino di strade e collegamenti ceduti a causa di frane e smottamenti. Anche nel Ponente Ligure sembra stia rientrando l’allerta, ma restano le abitazioni danneggiate e le persone sfollate. Nei dintorni di Imperia la situazione appare più complicata: isolati i comuni di Cosio, Mendatica, Arroscia e Montegrosso Pian Latte. A raccontare i danni del maltempo mons. Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-San Remo, al microfono di Sabrina Spagnoli:

R. - Per quanto riguarda il discorso più stretto ai confini della diocesi, nell’ambito diocesano, non abbiamo avuto situazioni di disagio così significative; ci sono stati degli allagamenti, dei rischi di allagamento per cui si è proceduto alle evacuazioni, ma nulla di grave. Invece al confine con la vicina diocesi di Albenga-Imperia si sono verificate situazioni molto serie, soprattutto nei comuni di Rezzo e Mendatica. Per quanto riguarda la nostra diocesi, due parrocchie in provincia di Cuneo, nel comune di Briga Alta, una di queste frazioni - Piaggia -  è stata completamente isolata per il rischio frane.

D. - Il Ponente Ligure è stato maggiormente colpito dalle esondazioni. Molte persone hanno dovuto lasciare le proprie case. Che tipo di aiuti sono stati portati a queste persone?

R. - Fortunatamente i numeri non sono altissimi nella nostra zona, perché ad esempio nell’albenganese, purtroppo, i danni maggiori hanno colpito soprattutto le aziende agricole; non hanno coinvolto lo spostamento delle persone. In generale le persone che sono state fatte evacuare anche a titolo precauzionale – sono la maggior parte – hanno trovato ospitalità presso parenti, amici, … La città, il paese, si è fatto solidale. Noi non siamo stati interessati così direttamente e massicciamente come Caritas.

D. - Esiste un piano di prevenzione sul territorio?

R. - Sì, diciamo che – almeno questo è stato un po’ riconosciuto universalmente – rispetto alle ultime alluvioni che hanno causato molti danni, gli interventi di bonifica sono stati fatti bene perché hanno resistito e hanno svolto soprattutto un’importante funzione di difesa in questa occasione, perché il dato positivo che si è registrato è che non ci sono state vittime. Certamente è un discorso che deve continuare sia nella manutenzione – in modo particolare penso all’entroterra che purtroppo nella maggior parte dei casi è abbandonato – sia per quanto riguarda le nuove costruzioni, perché il grande problema è l’eccessiva cementificazione che soprattutto negli anni ’50, ’60, non è stata fatta con il criterio del giusto rispetto di quelle che sono le esigenze della natura e dell’acqua.

D. – In Liguria il maltempo non ha colpito solamente i nostri connazionali. Quindi questo problema non è solo nostro, ma anche dei migranti che si trovano sul posto. Qual è attualmente la loro situazione?

R. - È stata ed è molto precaria. Purtroppo abbiamo due migranti dispersi; probabilmente avvicinandosi un controllo di polizia hanno pensato di attraversare il fiume a nuoto. Alcuni sono stati salvati, uno sicuramente, ma non so se l’altro sia stato ritrovato. Al di là di queste situazioni purtroppo tragiche ed estreme, la situazione rimane molto precaria perché all’interno del Campo Roja c’è un sovraffollamento che ha costretto molti migranti, molti ospiti del campo a dormire sotto un viadotto. Quindi ci sono molte brandine sistemate in questo modo. Certamente questi giorni di maltempo hanno pesato molto di più per chi vive nel campo in generale e per chi vive in quella condizione.

 

 

 








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