2016-12-23 12:10:00

Mps, Quadrio Curzio: operazione è una svolta, no dubbi da Ue


Contatti in corso tra Roma e le autorità Ue su Mps. Ricordiamo che il governo stanotte ha varato il decreto salvabanche, facendo entrare di fatto lo Stato nel capitale del Monte. Un portavoce della Ue ha detto che Bruxelles "condivide l'obiettivo delle autorità di rafforzare il settore, in linea con le regole Ue". Alessandro Guarasci:

Il numero uno di Mps Marcop Morelli dice che con l'intervento dello Stato si sono tutelati tutti “i clienti” della banca” che sono “in possesso dell'obbligazione 2008-2018”. Per il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, però prima dell’intervento dello stato bisogna passare per il bail in, prevedendo così che azionisti e obbligazionisti partecipino alla ricapitalizzazione della banca. Nei fatti, però, l’intervento del governo di questa notte, che ha messo sul piatto 20 mld per salvare le banche in difficoltà, va contro le parole di Dijsselbloem. Abbiamo sentito l’economista Alberto Quadrio Curzio, presidente dell’Accademia dei Lincei

R. – Questa è, per molti versi, una svolta, che ha solo alcune similitudini con il caso greco. È diversa da quella che è stata adottata nel caso della Spagna; più simile a quella adottata con riferimento alla Commerzbank in Germania, ma prima, quest’ultima, che entrasse in vigore la normativa sulla risoluzione delle crisi bancarie.

D. – Professore, c’è chi in Europa però critica l’Italia, perché, in sostanza, bisognava salvare questa banca con il cosiddetto “bail-in”, dunque facendo intervenire direttamente obbligazionisti e azionisti: lei cosa ne pensa?

R. – Io credo che l’Italia, nel 2012 e nel 2013, avrebbe dovuto fruire dell’intervento dell’Esm come ha fatto la Spagna con il cosiddetto “Fondo di risoluzione ordinato delle crisi bancarie”: circa 50 miliardi di euro di prestiti. Non lo ha fatto; e via via, con troppi rinvii, si è trovata oggi in questa situazione. Tuttavia, mi pare che stiamo assistendo a quello che si chiama il “burden sharing”: una fase antecedente e ammessa anche dalle regole europee per intervenire, quando l’attuazione del bail-in avrebbe degli effetti sproporzionati. E quindi credo che Bruxelles, salvo una serie di indicazioni specifiche sulle modalità di conversione dei prestiti subordinati, darà il via libera a questo intervento.

D. – Professore, secondo lei sono stati sufficientemente tutelati i piccoli risparmiatori?

R. – Credo si possa dire, almeno per quanto si sa ad oggi naturalmente, che così sarà.

D. – Professore, c’è bisogno però di un risanamento più globale di tutto il settore bancario in Italia, visto che le sofferenze negli ultimi anni sono quasi quadruplicate?

R. – Il sistema bancario italiano, essendo molto esposto verso l’economia reale, ha avuto delle grosse perdite per la grande crisi che l’Italia ha sofferto. Il sistema bancario era assai impegnato con il sistema delle imprese, perché noi sappiamo che l’Italia è bancocentrica, e quindi le banche hanno preso molte, molte sofferenze e molte partite deteriorate. Via via che la crisi si accentuava, si sono dilazionati molto gli interventi, che avrebbero potuto essere fatti prima dell’entrata in vigore della normativa sulla risoluzione delle crisi bancarie ai termini della nuova disposizione della Bce, della Vigilanza europea, e sono stati continuamente rinviati. Abbiamo visto il caso del Monte dei Paschi, però abbiamo anche visto l’intervento del fondo “Atlante” sulle due banche venete. Ed ho anche l’impressione – potrebbe essere una speranza più che un’impressione – che questi interventi potrebbero tranquillizzare abbastanza significativamente il settore bancario, e via via consentire uno smaltimento delle sofferenze più graduale. Il Parlamento ha dato il via libera per un intervento di 20 miliardi - ovviamente non saranno usati 20 miliardi per il Monte dei Paschi - e quindi c’è ancora un buon cuscinetto che nei casi estremi potrebbe essere usato.

 








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